TESTI CRITICI
Radicondoli, Luca Gilli. Una lunga confidenza
Ascoltare, ascoltarsi
Fabio Gori
Imprenditore, collezionista d'arte moderna e contemporanea
Alcuni anni fa ho visto per la prima volta un’opera di Luca Gilli che, da subito, ha attirato la mia attenzione: lo sguardo è andato oltre i contorni delle immagini, facendomi provare fortissime e intense emozioni. Da qui la necessità di documentarmi sui suoi lavori precedenti che hanno confermato quello che era stata la mia prima impressione: le sue opere del tutto originali, impregnate di poesia, erano il risultato di una profonda ricerca. Ho così voluto conoscere l’artista e, quando ci sono riuscito, è subito nata tra noi una solida amicizia accompagnata da un’immensa stima.
Gilli è un artista assolutamente coerente con ciò che esprimono le sue fotografie: è una persona che ama ascoltare più che parlare e, amante della vita che lo circonda, si sente parte indissolubile del mondo animale, vegetale e minerale che rispetta profondamente e che ha a lungo studiato. Curioso di tutto, osserva e trae spunto per le sue immagini. A chi si avvicina alla sua realtà, fornisce gli elementi necessari di lettura per poi lasciarlo libero di trovare i significati più reconditi, ognuno secondo il proprio sentire.
Nelle sue fotografie il non rappresentato è importante quanto quello che appare immediato.
Viviamo spesso in un mondo caotico e frenetico, per questo, oggi, risulta difficile trovare il tempo per soffermarsi ad ascoltare perfino noi stessi. Ecco, i lavori di Luca Gilli sono un invito a rallentare, a riscoprire i propri ritmi per cercare l’essenzialità in ciò che ci circonda così da poter ritrovare il percorso verso la propria anima. Sono un vero e proprio omaggio alla necessità del silenzio e della lentezza. Le sue fotografie ci ricordano che è nel silenzio che possiamo finalmente ritrovare un meraviglioso potere di osservazione, di chiarificazione interiore, di concentrazione sulle cose essenziali. Questo concetto lo esprime molto bene
Domenico Pompili nel suo libro Sul silenzio (Verona 2022): “Riposizionare il silenzio al centro della propria esistenza significa ascoltare la parte più vera di sé, in mezzo al frastuono frenetico di un mondo inquinato dal rumore esterno”.
Gilli ci invita a queste intime meditazioni e alla ricerca del sentimento che scaturisce dalla visione di quello che ci circonda, di un particolare che è lì presente e che, spesso, presi dai ritmi forsennati della quotidianità, non ci è permesso di scorgere. I suoi lavori ci avvicinano alla necessità della lentezza, intesa come lasciare giusti tempi alla riflessione. Nelle sue opere trovo il piacere di godere del viaggio da assaporare mentre mi avvicino alla meta e non il correre senza guardare perché preso solo dalla bramosia dell’arrivare.
Luca lo immagino la mattina presto uscire a piedi e passeggiare nella sua pianura avvolta dalla nebbia e lui camminando si perde in questo bianco assoluto che lo circonda e non vede altro che candore fino a che poi, molto lentamente, gli occhi si abituano a questa luce e può iniziare a intravedere, intorno a sé qualcosa che con molta lentezza, si mostra solo come un’apparizione. Dopo, avvicinandosi ancora di più è finalmente possibile riconoscere un oggetto, una persona, un animale che, alla fine, decide di mostrarsi e definirsi. L’“apparenza” iniziale, risulta ancora presente permettendo di immaginare altre possibili verità nascoste che l’artista non abbandona e le porta ancora con sé, caricandole così di intense sensazioni, per potercele trasmettere con la propria arte.
La nostra recente, eppure antica amicizia, ha portato a collaborazioni intense. La prima è stata per la pubblicazione del libro Non so aspettare il vento realizzata con Giuseppe Conte che ha ricevuto il premio biennale di poesia “Celle Arte Natura”. In quel momento ho scelto di affiancare alle poesie di Conte, le fotografie di Gilli pensando quanto fossero vicine ai versi che Conte aveva realizzato immergendosi per più giorni nella natura tra le opere di arte ambientale. Le opere di Gilli sono risultate così ricche di pathos che abbiamo desiderato condividerle con tutti i visitatori della Fattoria di Celle e da questo è nata anche la mostra Realismo magico realizzata nella Cascina Terrarossa. Quando sono stato confermato alla cura di Paesaggi contemporanei, la parte espositiva del Festival di Radicondoli 2023, il primo pensiero è stato quello di chiedere a Luca di venire a Radicondoli, scoprirlo, raccontarlo con le sue fotografie, realizzare un’esposizione con opere create espressamente per questo magico e antico borgo. Ero certo che il suo sguardo originale su questo luogo – che è di una bellezza assoluta e che si affaccia su panorami ineguagliabili nel cuore della Toscana – sarebbe stato per tutti, anche per i radicondolesi stessi, una ulteriore nuova visione di questo splendido territorio.
Il successo della mostra ha come conseguenza naturale il desiderio di realizzare questa pubblicazione, testimonianza, negli anni a venire, dello straordinario lavoro di Luca Gilli su Radicondoli.