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TESTI CRITICI

Panthalassa

Robert Pujade

Filosofo e Critico d'Arte, già Maitre de Conferences à l'Université de Provence et Directeur du Dep. Imagerie Numerique de l'IUT de Provence

Scegliendo di chiamare Panthalassa questa sua serie di fotografie, Luca Gilli fa riferimento a quell’unico oceano primordiale che, centinaia di milioni di anni fa, circondava tutti i continenti uniti della Terra. Il riferimento al periodo antidiluviano è un invito a non cercare di riconoscere specie conosciute fra questi ritratti di pesci, ma a lasciarsi andare alla contemplazione della loro strana singolarità. 

Sono immagini sottomarine che avrebbero potuto essere riprese dagli oblò del Capitano Nemo, dove masse pisciformi si stagliano sul fondo del mare, ora attraverso contorni e circonvoluzioni, ora filando diritte in avanti. La ripresa un po’ lenta restituisce il movimento, pur conservando la grafia che contraddistingue ogni essere, conferendo alle fotografie l’aspetto dell’acquerello.

Attraverso l’anamorfosi dell’obiettivo e dell’acquario si rivelano forme impressionanti: alcuni corpi galleggianti sono piatti, come dischi volanti, altri sono obesi come dei dirigibili; inquadrature larghe accompagnano la fuga degli uni, che sembrano diluirsi nell’acqua che li sostiene e si direbbe trattarsi di fiori, flussi o nuvole; mentre i primi piani stringono sul muso degli altri che sembrano invece blocchi, rocce, maschere o caschi dotati di mascelle e mandibole, pronti a ghermire il curioso che li osserva.

L’arte della fotografia consente a Luca Gilli di rappresentare mimiche espressive: smorfie scontrose, colleriche, inebetite, dubbiose, minacciose s’incollano al piano fotografico come a una parete di vetro, trasformando questa sequenza di ritratti marini in un trattato inumano delle passioni dell’anima.

Con questo tocco di magia visiva che congiunge il non umano all’umano, le fotografie della serie Panthalassa creano un vero e proprio bestiario fantastico la cui bella stranezza trova risonanza letteraria nell’orrore sopraggiunto dalle profondità marine che ispirò H. P. Lovecraft fino alla morte. 

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