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TESTI CRITICI

Sotto e sopra, la città

Robert Pujade

Filosofo e Critico d'Arte, già Maitre de Conferences à l'Université de Provence et Directeur du Dep. Imagerie Numerique de l'IUT de Provence

La fotografia contemporanea ha sviluppato una estetica di paesaggio urbano che si è liberata in modo consistente della tradizione del genere ereditata dal 19° secolo: uno sguardo personalizzato si è sostituito alla volontà di restituire nelle loro proporzioni, volumi e prospettive, gli edifici e le strade delle città al fine di un progetto di archiviazione ben preciso.

In un doppio slancio che unisce tradizione e contemporaneità, il fotografo Luca Gilli si è proposto di rappresentare l'universo urbano in un modo totalmente inedito. La serie che presenta non è circoscritta ad una città in particolare, ma raccoglie vedute frutto delle sue frequentazioni fotografiche, che, nella loro messa in scena rivelano una conoscenza intima e profonda della città.

Con una succesione relativamente costante, le fotografie sono disposte in dittici che alternano il flou e l'inciso, con le immagini incise al di sotto delle altre. La serie è intercalata da due foto panoramiche, in mezzo ed alla fine, che riproducono loro stesse questa alternanza. Ma al di là del flou o dell'inciso lo spettacolo della città procede con due approcci che corrispondono a due comportamenti visivi distinti: il movimento dello sguardo e la sua fissità.

Da una parte inquadrature oblique libere dalla prospettiva, linee e forme indistinte, dall'altro piani tenuti sullo stesso livello che lasciano spazi di ombre e di luce tra linee di forza perfettamente controllate. Passando da un livello all'altro di ciascun dittico prende forma una città secondo la linea poetica di un "bateau ivre". Nelle parti alte lo sguardo sembra portato via dal movimento di una corsa: i contorni dei marciapiedi, le silhouettes di passanti come l'immobilità degli edifici si fondono con il contesto circostante, ciò che è visibile svanisce in un insieme di macchie. Sotto, lo sguardo si ferma su spazi perfettamente delimitati, scelti secondo un modello tradizionale di riprese di architettura.

Nonostante l'evidente contrasto che questa alternanza di visione opera, la disposizione in dittici forza lo spettatore a trovare un rapporto tra queste visioni che non si prolungano né per la loro messa a fuoco, né per una correlazione diretta di continuità o di vicinanza. Ancora di più, se ci si riferisce ai luoghi di ripresa, si scopre che le immagini contrapposte vengono da città diverse e da paesi diversi. Reggio Emilia, Arles, Parma, Lione sono tutti riferimenti che potrebbero far perdere di vista la vera intenzione di questa ricerca.

Luca Gilli ci obbliga a una lettura della città dove il senso è da prendere letteralmente sotto e sopra con dei cambiamenti di ritmo, di inquadrature e di luce per farci accedere alla sua personale esperienza dello guardo. In effetti nella sua opera il fotografo sovrappone due sistemi di percezione estranei ma complementari, se considerati nel movimento della sua ricerca fotografica. Attraverso questi dittici si confrontano tanto la visione di colui che cammina indifferente nello spazio urbano che lo circonda quanto l'immobilità del contesto, l'insight del fotografo commosso dall'incontro con l'immagine alla quale mirava da tempo e che avrebbe dato un senso alla sua passeggiata.

Per la stessa ragione la città della quale qui parliamo non ha un nome e non appartiene a nessun paese perché essa è il luogo dove si compie un'esperienza del guardare. La città, dono immediato per lo sguardo di ogni passante è al contempo lo spazio dove può prendere vita l'ammirazione, come bene lo rivelano le procedure dello sguardo fotografico.

La serie dei dittici di Luca Gilli è contemporaneamente una visione soggettiva della città perché ci mostra il suo cammino di fotografo attraverso luoghi urbani che ha percorso, ed un'idea della città nella misura in cui questo stesso percorso trascrive un'esperienza da normale cittadino. In un momento nel quale, a torto o a ragione, si parla spesso di fotografia concettuale, questa città sotto e sopra può onorarsi di essere un concetto artistico, cioè un'idea importante, singolare e ammirabile.

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