EVENTO
INCOGNITA
a cura di Emilie Houssa e Yolande Mary
22 set 2023
27 gen 2024
|
Centre Claude Cahun pour la photographie contemporaine
Nantes
La mostra propone una selezione di opere del progeto che l'autore ha realizzato in alcune scuole di Reggio Emilia nel 2020 durante la pandemia.
"Sin dal titolo Incognita richiama il particolare rapporto di correlazione e di dissociazione che si instaura tra le realtà note e la loro immagine ricomposta nelle fotografie di Luca Gilli. L’intuizione immediata del significato artistico delle fotografie di Gilli – che eccede la funzione documentale del progetto sulla scuola in tempo di lockdown – si produce a partire dal riconoscimento della familiarità degli oggetti – banchi, lavagne, palestre, computer, sedie – e dal loro immediato disconoscimento, che li situa in una dimensione alternativa, in un regno del bello, a sua volta fondato su un codice personale e tuttavia anch’esso immediatamente riconoscibile." Marco Unia (dal testo nella rivista Gente di Fotografia n.78)
"Perdere lo spazio e ritrovarsi lontano, nel profondo dell'immagine. Non vedere più il luogo, sentire le linee che attraversano l'inquadratura come se stessero passando sopra i nostri corpi. Dove sono i corpi? Li ha inghiottiti il deserto bianco? Non rimane nulla. Lo spazio ingoia i frammenti del tempo. Parole sospese. Il silenzio tamburella, dando ritmo al vuoto. Cercare il nulla, affrontarlo faccia a faccia, senza tremare. L'aria è gelata. Non ho paura. Qualcosa mi sfugge, devo solo ritrovare un punto d'appoggio in questa crepa nello spazio. Come si ribalta una crepa? Perturbare due piani: il vuoto, il pieno, l'immenso e il dettaglio. Ribaltare il vuoto. Perdere lo spazio." Emilie Houssa (dal testo nel catalogo Incognita)
"In Incognita non c’è alcuna fotografia che richiami il dolore, o la decadenza, o la solitudine e in ogni caso tutte le immagini si portano dentro uno spunto di bellezza spesso inattesa: un equilibrio casuale, uno sbilanciamento simmetrico, un accendersi di un colore imprevisto, una forma originale, un artefatto. La nostra immaginazione, sapendo di un libro fotografico su una scuola chiusa in epoca di pandemia, si era già predisposta a soffrire, a immergersi nella memoria dolorosa, ma Gilli ci sorprende proponendoci una sorta di delicato rimedio, commovente come la mano di Gesù che Maria accosta al suo viso nella Deposizione dell’Antelami a Parma." Marco Unia (dal testo nella rivista Gente di Fotografia n.78)
"In queste immagini, come quasi sempre nell’opera di Luca Gilli, non ci sono ombre, o quasi. Gli oggetti non ne rilasciano alcuna: lo spazio luminoso le divora. Se qualcosa rimane, un raddoppiamento qualsiasi, più che un’ombra si palesa come una quasi impercettibile immagine speculare su una superficie lucida, come un pavimento di linoleum.
Una sola ombra, netta, si fa strada in questo gioco crescente di luce e spazio. Non l’ombra proiettata da un banco o da una sedia, ma l’ombra di una mano su una fotografia - il ritratto di una donna di colore - che attaccata a un filo pende dalla parete spoglia di un atrio.
... Ma l’ombra di quella mano sul viso di una ragazza straniera, figlia di altre terre più caotiche, più colorate, più povere, accompagna il cammino come una presenza segreta, che l’artista porta dentro di sé.
Perché è proprio così: l’ombra (del destino, della morte, del nulla oppure di Dio) non è quella che cade sotto l’obiettivo ma quella che l’artista trattiene nel silenzio, mentre meticolosamente ordina i suoi oggetti, i suoi spazi per poi ritrarli con umile fedeltà." Luca Doninelli (dal testo nel catalogo Incognita).